Amici e lettori tutti, oramai non lo possiamo più nascondere. Non abbiamo grande fiducia in chi sta gestendo l’emergenza in Italia. Però non è questo il momento per porre in essere qualsiasi tipo di contestazioni.
Chi sta guidando in questo momento il paese ha l’onore e l’onere di portare l’Italia fuori dal disastro in cui, per tutta una serie di motivi, si è cacciata. Poi, un giorno che francamente riteniamo lontano, quando questa emergenza si sarà risolta, ci sarà, auspicabilmente, il modo di esprimere in maniera adeguata una opinione sensata e poter indicare chi dovrà risolvere le emergenze successive.
Non è raro nella storia, soprattutto in caso di guerra, che chi ha avuto il compito di guidare il paese nella battaglia poi non sia la persona giusta per guidare la ricostruzione. Un esempio per tutti: quello di Churchill che, dopo aver portato il paese alla vittoria, fu sconfitto alle elezioni in Gran Bretagna alla fine della seconda guerra mondiale.
Comunque non è questo il momento di parlarne. Certo però la situazione in Lombardia corre il rischio di diventare una tragedia mondiale e le ipotesi sono due: o il virus è mutato e abbiamo un ceppo particolarmente aggressivo che sta agendo in quelle zone, oppure da qualche parte c’è stato qualche errore di dimensioni epocali che prima o poi ci verrà svelato. (Nota: abbiamo letto anche noi su tpi.it l’interessante storia di come un ospedale possa essere stato la fonte dell’epidemia. Magari una concausa ma che sia stato solo quello ci appare assai complicato).
Ma per il momento bando a queste serie riflessioni. Oggi è stata una giornata noiosa tra qualche fallimentare tentativo di lavorare in remoto, la visione di qualche vecchio Gran premio di Formula Uno per omaggiare quello che sarebbe stato il sessantesimo compleanno di Ayrton Senna e, in serata, la visione di The Mule, lo straordinario film di Clint Eastwood.
Nel frattempo Conte ha parlato alla nazione e una triste giornata che ha portato, oltre ad un vero e proprio bollettino di guerra, la perdita di due giganti nei loro rispettivi settori, Gianni Mura e Kenny Rogers, si conclude.
Amici milanesi, oggi la nostra immagine di chiusura è per voi. Come sempre, tenete duro.

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